Che cos’è “Facciamo finta che”

“Facciamo finta che” è un gioco. È un’inversione di ruoli, dall’adulto al bambino all’adulto di nuovo. «Per riempire di meraviglia infantile questo mondo», direbbe Niccolò Fabi, autore della melodia che ha ispirato il progetto.

 

E anche per esorcizzare le inquietudini, per dare corpo alle paure, per esprimere l’inespresso sotto forma di desiderio.

In questo progetto, da guardare rigorosamente con il motivo di “Facciamo finta” in testa, do forma a suggestioni che mi abitano, esorcizzandole e guardandole da vicino. Il progetto fotografico, infatti, nasce dall’ascolto del brano Facciamo finta di Niccolò Fabi (Una somma di piccole cose, Universal Music, 2016). Proprio come nel testo della canzone, dove l’autore gioca al gioco di quando eravamo piccoli, quando fingevamo di essere chi non eravamo o quando immaginavamo cose che non sarebbero potute succedere nella realtà,  in questi scatti ho voluto rappresentare paure, desideri, angosce che mi hanno toccato più o meno da vicino, più o meno nel profondo, basandomi su sensazioni personali, su racconti di persone vicine, su momenti di squilibrio e di incertezza. Sono scatti malinconici: hanno la funzione di esorcizzare la malinconia che alberga in noi e che deve, in qualche modo, essere assimilata e trasformata. Affinché diventi energia creativa, è necessario guardare i propri fantasmi concretizzarsi, diventare forma, curve e dettagli. Proprio come in questo progetto fotografico (qui il link alle foto).

 

 

 

E tu? Come completeresti la frase?