Vive Sarah-la-Kali!

Santa Sara è la protettrice dei gitani Rom di tutt’Europa. Le carovane in pellegrinaggio cominciano ad arrivare il 23 maggio sera a Saintes-Maries-de-la-Mer, una cittadina sperduta nella laguna della Camargue che non assomiglia alla Francia benché sia francese, non assomiglia alla Spagna benché si mangino ottime tapas e non assomiglia alla Grecia benché abbia cielo azzurro e tetti bassi bianchi. I gitani si fermano a Sainte-Marie-de-la-Mer per il 24 e 25 maggio e poi, come per incanto, spariscono e lasciano deserta la cittadina francese.

I festeggiamenti della Santa – che in realtà santa non è, e che probabilmente è nera perché originariamente schiava delle due sante protettrici della città – è venerata dai gitani di tutt’Europa, che vengono a celebrarla e a “bagnarla” nel mare per ricordare il suo approdo sulle spiagge della cittadina. La “divinità nera” è di probabile origine sincretica indiana e, infatti, i festeggiamenti sono tutt’altro che religiosi: dalla sera del 24 maggio, dopo la solenne processione in mare, iniziano i festeggiamenti veri e propri che continuano ininterrotti fino all’alba del 25 maggio, giorno in cui si celebra la Pentecoste.

Vedere questo bagno di folla che ti trascina – volente o nolente – in acqua, adorante di una santa che santa nemmeno lo è, in questa suggestione para-religiosa che solo popoli molto credenti sanno avere, è qualcosa di molto affascinante anche agli occhi di un mediterraneo, freddo occidentale. E’ questo un festeggiamento che, in qualche modo, racchiude in sé qualcosa di anticamente magico e ancestrale: la maggiore suggestione della festa risiede proprio in questa antica magia.